LA STORIA

A partire dal 1405, quando cadde la Signoria dei Carraresi, le nobili e ricche famiglie veneziane cominciarono ad espandere i propri interessi economici, politici e sociali ai territori padovani, acquistando le proprietà confiscate ai Carraresi.

Padova e il suo territorio hanno avuto modo, nei secoli successivi, di prosperare grazie, tra l’altro, alle importanti opere di bonifica eseguite dalle famiglie patrizie veneziane con ingenti fortune accumulate dalle attività commerciali.

La famiglia Mocenigo, tra le più note a Venezia sin dall’XI secolo (annovera sette dogi e altri esponenti politici, diplomatici, militari, scrittori ed ecclesiastici) , aveva proprietà fondiarie in cinque province venete e nel Friuli, tra queste la proprietà di Abano dal ‘400 (401 campi) nella zona dei "Guazzi", un esteso territorio paludoso e pieno di valli dove confluivano le acque piovane provenienti dai colli Euganei che non trovavano abbastanza capienza nei fossati, per immettersi nei canali.

La zona era situata tra la strada romana e il canale di Battaglia e divenne coltivabile grazie alle bonifiche dei Mocenigo.

I Mocenigo erano soprannominati “quelli del pepe” in quanto possedevano il monopolio di questa spezia, il cui valore equivaleva all’oro. La loro ricchezza, influenza e potenza perdurava anche nel ‘700.

Nel primo ‘700, una volta completata la bonifica, la Villa, che inizialmente era una piccola dimora, subì una importante ristrutturazione.

La Villa era collocata al centro della vasta proprietà, in posizione strategica, vicino allo scalo portuale del canale di Battaglia, navigabile e percorso da ampi barconi, adeguati al trasporto di derrate alimentari.

Assieme alla nobile residenza, furono costruite le due barchesse laterali e l'oratorio.

Fu tra le più lussuose ed importanti ville di Abano Terme, tanto che ospitò vari personaggi illustri tra i quali Carlo Goldoni, Giacomo Leopardi e Giacomo Casanova, il quale approfittava della vicinanza delle terme per curare i suoi frequenti mal di testa. Nel 1752 Carlo Goldoni scrisse la commedia “I Bagni d’Abano” e la nobildonna Pisana Mocenigo vi ospitò nel 1779 Giacomo Casanova che si meravigliò per i muri del palazzo “solidissimi in grazia del loro spessore maestoso”.

Il grande complesso monumentale è conosciuto fin dai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia e il suo terreno occupa tutt’oggi una superficie di ben 70 ettari all’interno.